La crisi scatenata dall’emergenza generata dalla diffusione del COVID-19 ha causato una vera e propria rivoluzione nel fare impresa.

I consumi si sono drasticamente ridotti causando un rallentamento del PIL nazionale, al di sopra di ogni peggiore previsione.

Le imprese e i professionisti che le affiancano, sono impegnati nel ripristino delle condizioni di equilibrio economico-finanziario, consapevoli di doversi confrontare con una situazione che non ha eguali dal dopoguerra in avanti.

In questo contesto dai risvolti drammatici bisogna essere pronti ad afferrare le opportunità concesse dai recenti provvedimenti adottati dalla politica.

Mi riferisco in particolare al Superbonus del 110%, attribuito alle spese sostenute per gli interventi tesi al risparmio energetico degli edifici nonché alle spese finalizzate al miglioramento sismico.

A tutt’oggi si tratta di provvedimenti con un potenziale d’impatto che non ha precedenti, nel panorama fiscale italiano, specie se si considera l’ulteriore provvedimento che riconosce la possibilità di trasformare il vantaggio fiscale della detrazione, in un vero e proprio credito d’imposta cedibile a terzi, ovvero all’impresa appaltatrice oppure ad un istituto bancario.

Il provvedimento attuativo del decreto Rilancio, che ha dato la luce a tali misure, non è ancora stato emanato, ma è evidente che una larga parte del comparto produttivo dell’azienda Italia vive con grandi aspettative l’emanazione delle istruzioni operative.

È chiaro che ciò che è in ballo è il rilancio di un settore da sempre considerato (e a ben vedere) elemento trainante dell’intera economia nazionale.

La grande scommessa sarà nel recepimento di questi rivoluzionari provvedimenti, da parte del sistema finanziario, da un lato, e dell’apparato burocratico e amministrativo, dall’altro.

Posto, infatti, che difficilmente le imprese di piccole dimensioni si faranno carico di anticipare finanziariamente il credito d’imposta oggetto della cessione, è evidente che l’intervento finanziario non possa che essere rimesso, per la maggior parte, alla “buona volontà” degli istituti di credito, gli unici dotati di risorse adeguate a rispondere a tali esigenze, assieme ad un ristretto numero di imprese, che possono vantare volumi di affari importanti.

Infine, cosa ancor più importante, l’amministrazione pubblica locale è chiamata a svolgere il proprio compito, favorendo l’avvio dei lavori che richiedono l’intervento e il benestare degli enti pubblici, e agevolando in tal modo l’apertura dei cantieri, ovviamente nel rispetto delle norme urbanistiche, sì, ma anche nel rispetto delle tempistiche che le aziende e i privati coinvolti è lecito si attendano.

L’opportunità è grande e concretamente realizzabile, ma come in tutte le grandi imprese, il successo è nelle mani di diversi protagonisti, ognuno dei quali è chiamato a dare il proprio indispensabile contributo.

Anche questo è fare gruppo.